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5 cose da sapere sugli gli attacchi di panico

Lettura attacchi di panico

A volte è il fatto di non conoscere veramente questo disturbo che può farci trincerare dietro comportamenti sbagliati. Ecco 5 cose utili da sapere sugli attacchi di panico.

  1. Diffusione del fenomeno

    Si calcola che nel mondo una persona su tre ha avuto almeno un attacco di panico nell’arco della vita. Ma una percentuale minima della popolazione soffre di disturbo di panico e questo significa che la maggior parte delle persone colpite da un attacco di panico non sviluppa il circolo vizioso del panico. In altre parole soffre del disturbo chi ha paura del prossimo attacco, come dire che anche se abbiamo avuto un attacco di panico, se non ci preoccupiamo del prossimo, ci sono molte probabilità che questo non arriverà mai.

  2. Se lo conosci lo eviti

    Ci sono un sacco di ragioni e spiegazioni psicoanalitiche per cui possiamo essere predisposti ad avere angoscia. Ma qualunque sia l’origine di questa angoscia è a causa di questa che, in ultima analisi, vengono gli attacchi di panico. Quindi conoscere il panico può essere letto in due modi. Il primo è quello della causa prima, i motivi psicoanalitici che stanno dietro all’angoscia. Conoscere questi motivi, molto spesso, significa aver intrapreso un discorso psicoanalitico, anche se potrebbe volerci del tempo. Ma questo non vuol dire che intanto non si possa arginare il fenomeno sapendo come funziona il circolo vizioso della paura, per esempio. E questo ci dà modo di leggere il titolo di questo punto in una seconda chiave. Una volta capito il meccanismo di funzionamento della paura, si sa anche dove intervenire per spezzare il circolo vizioso (vedi il punto ‘Combattere la paura con la paura??!!’) e dove intervenire per spezzare il circolo vizioso fisiologico dell’iperventilazione (vedi il punto ‘Il paradosso dell’iperventilazione’).

  3. Il paradosso dell’iperventilazione

    Senza scendere in dettagli che vengono trattati altrove (vedi, per esempio, qui e qui), sull’iperventilazione c’è da sapere fondamentalmente una cosa: respirare troppo fa male! Ossia si produce l’effetto opposto rispetto allo scopo prefisso perché si finisce con l’accrescere il bisogno di ossigeno invece che di ridurlo. E non perché non ce ne sia nei polmoni o nel sangue: al contrario! La spiegazione del paradosso è un po’ complicata ma essenzialmente il problema è che questo ossigeno non riesce a passare ai tessuti, dove ce n’è bisogno, perché non riesce a competere con l’anidride carbonica, la quale per staccarsi dai tessuti avrebbe bisogno di spazio libero sui globuli rossi, che sono tutti troppo pieni di ossigeno… In conclusione, se vi manca l’aria durante una crisi di panico, non dovete fare boccate più profonde o, peggio ancora, più rapide, al contrario cercate di respirare in un sacchetto, così immettete in circolo la stessa anidride carbonica che espellete e l’ossigeno potrà passare ai tessuti. Ci vuole comunque qualche minuto perché questo vecchio rimedio faccia effetto.

  4. Il circolo vizioso dell’ansia

    L’attacco di panico ha il suo effetto nel momento in cui si instaura il circolo vizioso della paura. È qualcosa che già sapete probabilmente, se avete mai avuto un attacco di panico. La paura agisce sempre sul corpo, fino a un certo punto, ma per alcuni, quelli che sviluppano il panico, la paura ha effetti ancora più forti anche per via del rinforzo. Ma procediamo con ordine. All’inizio c’è qualcosa che ci fa paura, soprattutto se questo qualcosa è un segnale del corpo, tipo un dolorino, la percezione di una diversa temperatura in una parte del corpo, una variazione del battito cardiaco, eccetera. Per il momento ignoriamo il perché questo segnale ci mette paura. Poi avviene che siccome abbiamo paura, il nostro corpo produce in noi uno stato di allarme, attraverso l’immissione in circolo di alcune sostanze (noradrenalina e adrenalina, soprattutto) che hanno l’effetto di amplificare i segnali provenienti dal corpo. E il circolo ha inizio. Il continuo sentire il segnale, produrre una risposta, sentire il segnale più forte, costituisce un rinforzo per il nostro sistema nervoso, cioè più i segnali producono paura e più impariamo a sentirli e a riprodurli.

  5. Combattere la paura con la paura??!!

    Qual’è la risposta tipica alla paura di un malessere? Spesso la paura di morire. Quindi le persone che soffrono di panico cosa fanno quando sentono paura? Rispondono cercando di non affrontarla, cioè cercano una via di fuga. In questo modo il tentativo che fanno è quello di interrompere il circolo vizioso dell’ansia cercando una scappatoia, una distrazione. Cosa che potrebbe anche funzionare le prime volte, ma siccome non si è imparato a ridurre l’effetto del rinforzo della paura, il circolo vizioso è sempre lì, dietro l’angolo, pronto a tornare alla ribalta. Anzi, al contrario, la distrazione, attuata sistematicamente ha l’effetto di rendere l’apprendimento dell’ansia più permanente. Allora qual’è il miglior modo di interrompere il circolo vizioso? Rispondere con la paura, cioè la fuga, o rispondere con determinazione, cioè con l’affrontarla?

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